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Linguine con cavolfiore, gamberi crudi e lime su fuso di Provolone del Monaco

Prodotto abbinato alla ricetta

Linguine Scatola 20 cf

Ingredienti per 4 persone

  • 240g Linguine Leonessa
  • 200g di Provolone del Monaco
  • due Gamberi Rossi sgusciati
  • 160g di Cavolfiore sbiancato
  • 100g di Cavolfiore grattugiato
  • un Lime
  • 200ml di Panna da cucina
  • 200ml di Latte
  • 50g di Pomodori secchi
  • Olio Extravergine d’Oliva
  • Aglio
  • Peperoncino ed Erbette spontanee q.b.

Preparazione

Preparo il Fuso di Provolone del Monaco mettendo il provolone, la panna e il latte in un robot da cucina ed imposto a 80°C per 20 minuti; in alternativa ripongo tutti gli ingredienti a bagnomaria fino a farli sciogliere. Poi faccio cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Da parte, in una padella capiente, faccio rosolare l’aglio ed il peperoncino nell’olio, poi aggiungo i pomodori secchi tagliati sottili, il cavolfiore fatto a ciuffi e scottato nell’acqua della pasta, ed infine un mestolo di acqua di cottura e lascio cuocere. Scolo la pasta e la manteco per qualche minuto. A fuoco spento aggiungo i gamberi tagliati a pezzetti ed il lime grattugiato. Servo in un piatto fondo con il fuso di provolone a specchio le linguine ben mantecate, la testa di gambero fritta e il cavolfiore grattugiato a crudo. Decoro con erbette spontanee.
 
 

Abbinamento

Vino Rosso: Per’e Palumbo Campi Flegrei
Inizia il nuovo anno, Gennaio è il mese dei buoni propositi: mangiare sano e bere campano. Sarà così per tutte le bellissime ricette del calendario Leonessa 2019 iniziando con un Piedirosso, ormai divenuto uno dei vitigni più interessanti della nostra regione, che si è adattato alla grande nei suoli sabbiosi e vulcanici dei Campi Flegrei, appena fuori la città di Napoli. È un vino che racconta il territorio dal quale proviene: colore rosso rubino, profumo elegante e finemente discreto, gusto vibrante e minerale: provate ad abbinarlo al piatto con un piccolo sorso iniziale, vi verrà la curiosità di continuare a berlo e capirete perché il Per’e Palumbo (così lo chiamano da quelle parti) è ormai diventato un “grande” della viticoltura campana.

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